Festa di San Gaudenzio

Novara, 22 gennaio. 

Come ogni anno, il tradizionale corteo di San Gaudenzio ha sfilato per la città con la presenza di numerose asociazioni tra cui anche l’AVIS Comunale che ha portato il proprio labaro grazie alla presenza di Paolo Urani, della madrina Giuliana Pisoni e di Angelo Tredanari, sempre presente nelle manifestazioni cittadine.

Il corteo, partito dal Municipio è arrivato in Basilica, dove il Vescovo Franco Giulio Brambilla ha dato il via alla celebrazione con la consueta “Cerimonia del fiore”  che ricorda il miracolo delle rose, seguita poi dalla Santa Messa.

Nella sua omelia, il Vescovo ha posto l’accento sui poveri che “sono una realtà vera e chiedono alla Chiesa di essere ascoltati e accolti. Se però Gesù non ce li indica, se non ce li mostra nella giusta luce, essi possono essere solo un bisogno da soddisfare, una relazione di aiuto da servire, un numero statistico da indagare, un progetto da  sostenere, una micro o macrorealizzazione da promuovere“. 

Il miracolo delle rose.

SI racconta che nel gennaio del 396 muore Limenio, vescovo di Vercelli è si deve quindi nominare il successore.

A quel tempo, un vescovo aveva terre e possedimenti e il potere che ne derivava creava forti controversie al momento di una nuova nomina. Per pacificare i contendenti, arriva a Vercelli, Ambrogio vescovo di Milano. Dopo lunghe trattative si raggiunge un accordo; Ambrogio si mette quindio in viaggio per tornare a Milano, ma la strada è lunga,  la neve cade in abbondanza e i cavalli avanzano a fatica. Verso sera, giunto alle porte di Novara, Ambrogio vorrebbe passare a salutare l’amico Gaudenzio, ma decide di proseguire data l’ora tarda. Improvvisamente i cavalli si impuntano e non c’è verso di farli proseguire. 

Ambrogio considera questo evento come un segno di Dio e torna quindi a Novara chiedendo ospitalità a Gaudenzio. che lo accoglie fraternamente. Ha un solo cruccio: la sua casa è povera e spoglia, così come il giardino. All’improvviso, all’esterno, tra la neve, un roseto si riempie di fiori e un melo di frutti rossi.

La leggenda vuole anche che quell’incontro sia profetico. Ambrogio avrebbe detto “Di questa città tu sarai vescovo” e Gaudenzio avrebbe risposto “Ma non sarai tu a consacrarmi tale”. In effetti Gaudenzio divenne vescovonel 398 e Ambrogio morì nel 397.